Xylella. La Corte di Giustizia europea condanna l’Italia per non aver attuato le misure per impedirne la diffusione

LECCE – Nella causa che riguarda la Commissione Ue da una parte e l’Italia dall’altra, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ha stabilito che l’Italia non ha contrastato la diffusione della Xylella.

Nel 2015 la Commissione impose delle misure per contrastare la diffusione del batterio. Si era raccomandato di rimuovere le piante infette. Poi anche tutte le piante nel raggio di 100 metri di distanza da quelle malate.

Queste misure sono state legalizzate soltanto l’anno successivo dalla Corte di Giustizia Ue.

La Corte ritiene che l’Italia non ha attuato le misure stabilite. All’epoca riguardavano la provincia di Lecce.  Molte specie di piante, tra cui gli ulivi erano morte.

Altra colpa, secondo la Corte, è che non è stato garantito il monitoraggio della Xylella, nella zona di contenimento. Bisognava, infatti eseguire delle ispezioni annuali.

Le misure per eradicare il batterio andavano fatte non solo nella zona infetta, ma anche in una zona “cuscinetto”.

Nel provvedimento, quando si parla di misura, si vuole chiarire che è “proporzionata all’obiettivo di protezione fitosanitaria nell’Unione ed è giustificata dal principio di precauzione, tenuto conto delle prove scientifiche di cui la Commissione disponeva al momento della sua adozione”.

La condanna per primo inadempimento consiste nel pagamento delle spese processuali.

Primi ricorsi degli agricoltori

I primi a presentare i ricorsi al Tar Lazio per bloccare le ruspe sui propri uliveti, sono stati 24 agricoltori di Oria e Torchiarolo, in provincia di Brindisi.

Nel gennaio del 2016, i giudici amministrativi avevano congelato la misura e avevano sospeso il giudizio, presentando sei casi pregiudiziali dinanzi alla Corte di Giustizia.

A maggio del 2018, l’Italia è stata deferita alla Corte lussemburghese, per la diffusione del batterio.

Unica soluzione contro la Xylella, l’abbattimento degli alberi

Per quanto riguarda la gestione dell’emergenza Xylella, i Commissari Ue erano stati chiari. Avevano stabilito che l’unica soluzione all’eradicazione del batterio era l’abbattimento degli alberi.

Coloro che non avessero rispettato queste disposizioni, avrebbero aggravato la procedura d’infrazione che era stata aperta nel 2016, con il deferimento.

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