I bambini pugliesi sempre più in sovrappeso: indagine Coldiretti sulla obesità

Coldiretti Puglia denuncia un aumento del tasso di obesità infantile tra i bambini pugliesi: più precisamente i dati impietosi parlano di una media regionale che supera di 6 punti quella nazionale, arrivando al 15% (9% in Italia). Un dato molto importante da non sottovalutare, determinato in particolar modo dai tempi di permanenza forzata in casa a causa del lockdown conseguente alla pandemia, che hanno portato ad aumentare il tasso di consumo di cibi spazzatura, nonché bevande zuccherate. Ridotta anche al minimo l’attività fisica, mentre è aumentato il tempo di permanenza davanti a Tv e PC, soprattutto in quelle case dove entrambi i genitori lavoravano da remoto (la famosa “tv babysitter”). Questi sono i dati raccolti dal sistema di monitoraggio OKkio alla Salute e commentati dalla Coldiretti regionale, quando ormai manca davvero poco all’inizio del nuovo anno scolastico.

Aumenta il tasso di obesità infantile in Puglia: cause e motivi

“Bambini e adolescenti hanno subito tutti gli effetti negativi del blocco degli spostamenti, con la conseguenza di aver consumato un pasto in più, spesso a base di cibi spazzatura e bibite gassate, ridotto il consumo di frutta e verdura e incrementato a ben 5 ore il tempo passato davanti a uno schermo“, afferma la Coldiretti elencando di dati di uno studio congiunto tra l’Università di Buffalo e l’Università di Verona. Ovviamente non è mancata la carenza di attività fisica, in particolar modo per tutti quei minori che vivono nei centri urbani.

La denuncia di Coldiretti Puglia

Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, focalizza ora l’attenzione sulle mense scolastiche, fissando le priorità. “I percorsi virtuosi sull’approvvigionamento delle mense scolastiche con il cibo a Km0 dovranno diventare prioritari alla ripresa dell’attività didattica in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado. L’86% dei genitori ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare, ma solo il 13% ritiene che dovrebbero essere serviti i patti che piacciono di più”. Bisogna dunque lavorare nell’ottica di un cambiamento delle abitudini di consumo, favorendo i sani principi della dieta mediterranea e incentivando il consumo di alimenti e cibi di stagione e a chilometro zero, educare dunque alla qualità del cibo, una cultura di tipo salutare molto importante per l’organismo umano.

Cattiva alimentazione e scarsa attività fisica: meglio puntare sui prodotti tipici

Le conseguenze della cattiva alimentazione (e delle cattive abitudini, come può essere l’assenza di attività fisica) sono sotto gli occhi di tutti, ma non si parla solo di obesità. “Numerose sono le malattie causate da una scorretta alimentazione”, afferma Floriana Fanizza, di Coldiretti Donne Impresa. Meglio puntare sui “prodotti tradizionali e tipici” che “rispondono alla esigenza di garantire sicurezza alimentare, tutela ambientale e salvaguardia della storia e del patrimonio di tradizioni del territorio”.

Il Progetto di Educazione alla Campagna Amica

A favore di una cultura e una educazione alimentare, spicca il Progetto di Educazione alla Campagna Amica, che ha avuto come obiettivo, negli ultimi dieci anni, quello di facilitare l’incontro tra i bambini e i prodotti agricoli a chilometro zero. Nell’ultimo decennio, quindi, “sono stati coinvolti nel progetto delle masserie didattiche 200 mila bambini e 480 scuole, di cui il 70% nella fascia di età compresa tra 4 e 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% di studenti più grandi, delle scuole medie e superiori”. Un progetto utile nella sua finalità, che certamente dovrà essere proseguito con ulteriore forza, visti i recenti dati sull’aumento del tasso di obesità nei giovani.

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