In base a quelle che sono le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che aveva indicato la necessità di maggiore supporto alle famiglie già dal 2008, arriva l’infermiere di famiglia. Le regioni hanno approvato il Patto della salute e hanno previsto un ruolo cruciale per questo tipo di professionista.
Farà da supporto per il medico di base e deve essere specializzato in terapie di tipo socio-sanitario, in modo da supportare tutte le attività legate al mondo sanitario e medico per le famiglie. Questo specifico infermiere ha come scopo quello di sostenere le famiglie per le patologie croniche e anche i pazienti con disabilità. Può fornire medicazioni e tutto quello che può essere un aiuto medico e psicologico, di tipo assistenziale, per i nuclei familiari.
Una nuova figura professionale per una sanità migliore
Stando alle indicazioni del Patto della salute, l’infermiere di famiglia va a sopperire ad alcune lacune del Sistema Sanitario Nazionale. Infatti, proprio come avviene già negli altri Paesi come gli Stati Uniti e l’Inghilterra, l’infermiere di famiglia sarà in grado di colmare quella lacuna che c’è fra il medico di base e le strutture ospedaliere. Dovrà seguire la prevenzione, le cure per le famiglie e assisterà nei problemi anche complessi che spesso le famiglie non riescono a superare da sole. La notizia è stata presa positivamente anche dalla Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche che ha espresso il proprio assenso a questa iniziativa.
Il ruolo dell’infermiere di famiglia
L’infermiere di famiglia dovrà avere un ruolo cruciale di supporto, come braccio destro, per il medico di base. Adesso tutte le Regioni che hanno provato il nuovo Patto della salute dovranno integrare questa figura, del resto già esistente, e potenziarla. D’altro canto, gli Ordini degli Infermieri e tutti gli ordini professionali legati alla settore si stanno organizzando per formare i professionisti che svolgeranno tale compito.