Addio influenza normale (almeno per ora): ecco perché e cosa accadrà in futuro

La grande assente dell’annata 2020-2021 è stata l’influenza, quella normale, messa da parte dal Covid, o meglio, dalle misure di prevenzione anti-Covid (utilizzo della mascherina, igiene frequente delle mani, distanziamento sociale). Tant’è che ora c’è chi pensa di continuare a praticare queste corrette abitudini igieniche anche quando la minaccia del Covid sarà solo un ricordo. Quel che è certo è che d’ora in avanti l’influenza sarà vista in modo diverso e quando il termometro sottolineerà una temperatura superiore a 37.5 gradi, non penseremo più a qualche innocente linea di febbre.

Influenza stagionale: la campagna di sensibilizzazione della Bayer

Bayer, la casa farmaceutica, ha lanciato #UnaStagioneDiConsigli, una campagna di sensibilizzazione sui temi delle infezioni respiratorie, in cui si parla anche di raffreddore, influenza, Covid-19 (naturalmente) e, più in generale, salute. La campagna si compone di cinque fumetti che hanno come protagonista una classica famiglia (madre, padre e due figli) più la mascotte Sally, dietro cui si nasconde il professor Fabrizio Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano, e che è in grado di rispondere alle questioni più frequenti sulla salute del nostro organismo. Lo stesso Pregliasco ha affermato che nell’ultima stagione i casi di influenza virale sono stati decisamente inferiori rispetto agli anni precedenti, stimati in circa 2.400.000 casi secondo InfluNet. Questi dati incoraggianti riguardano prevalentemente il fatto che il comportamento di prevenzione che adottiamo ormai da un anno a questa parte ha fatto sì che i virus classici circolassero di meno. Atteggiamenti, ricorda Pregliasco, che giudicavamo un po’ bizzarri quando vedevamo persone soprattutto orientali venire nel nostro Paese con la mascherina sul viso. “Non si sa per quanto ancora dovremo indossare questo dispositivo, forse in futuro solo se saremo sintomatici”, è la previsione di Pregliasco riportata da Vanity Fair. “Il prossimo inverno dovremo ricordarci di vaccinarci anche contro la normale influenza e non solo per il Covid”.

Come riprendersi dal Long Covid

Per quanto riguarda la ripresa dell’organismo nei confronti del Long Covid, ovvero contro i lunghi strascichi sintomatici post-virus, Pregliasco consiglia di “riprendere gradualmente con l’attività fisica adattativa, seguire la dieta mediterranea e assumere degli integratori del complesso di vitamina B e C, per rinforzare le difese immunitarie, oltre ai probiotici”.

Il virus influenzale quest’anno non è circolato

Sull’influenza di questa stagione, il responsabile della Sorveglianza Epidemiologica di InfluNet Antonino Bella ricorda come poco prima dell’autunno ci fosse il timore della convivenza tra il Covid-19 e il virus dell’influenza normale. Non solo questa coesistenza non è di fatto esistita, ma è anche “la prima volta negli ultimi 20 anni che non c’è stata un’epidemia stagionale di influenza”. Per Bella, “questa malattia che colpisce mediamente 5-6 milioni di italiani ogni anno e ne accompagna alla morte quasi 10.000 ogni inverno è semplicemente scomparsa”. Rispetto agli anni precedenti, si registra una demarcazione netta di casi, con 5 milioni in meno rispetto alla scorsa stagione. Inoltre, altro dato interessante, su 6.818 campioni clinici ricevuti e analizzati dai della rete InfluNet, nessuno è risultato positivo al virus influenzale effettivo, che dunque “non è circolato”.

Oltre alle misure di prevenzione anti-Covid, le altre concause che hanno determinato questa mancata circolazione sono da addursi alla campagna vaccinale, viste le 14 milioni di dosi di vaccino utilizzate, con una copertura del 25% della popolazione italiana. Un dato che comunque da solo non è sufficiente a giustificare, e che può essere accompagnato anche dalla circolazione dell’altro virus in “competizione” e di una risposta immunitaria da parte del nostro organismo nei confronti del virus dell’influenza normale.

Influenza nel futuro: come sarà e come ci comporteremo?

Dell’influenza del futuro se n’è occupato anche il New York Times con un lungo approfondimento, raccogliendo le opinioni di vari esperti, che si sono divisi, come ormai abbiamo imparato a conoscere, tra apocalittici e integrati. C’è chi pensa che i focolai influenzali potranno essere più diffusi (quando tutto sarà finito e si tornerà alla vita normale) anche in periodi diversi dal solito, ma che il virus possa essere meno pericoloso. E chi invece è dell’opinione contraria, ritenendo che la riduzione dell’immunità naturale possa essere una fonte di preoccupazione, aumentando il numero e la pericolosità delle infezioni. È anche vero che durante questa “pausa” il virus dell’influenza non ha avuto modo di evolversi e ciò potrebbe portare a una risposta immunitaria molto efficace anche grazie al vaccino.

Intanto c’è un altro elemento a cui bisogna pensare, ragionando sui termini dei comportamenti: la convinzione che continueremo, non tanto a indossare la mascherina, quanto a pulirci le mani con frequenza e a rispettare il distanziamento interpersonale quando e dove possibile o ad adottare comportamenti più igienici rispetto al passato, traballa un po’ quando, guardandoci indietro, a praticamente poco più di un secolo fa, furono fatti probabilmente gli stessi pensieri (ma non con lo stesso bombardamento mediatico, ovviamente) dopo l’Influenza Spagnola.

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