Crack agriturismi in Puglia per chiusure: le stime di Coldiretti

Gli agriturismi della Puglia sono ormai al collasso e allo stremo delle forze, ridotti allo sfinimento causato dalle principali misure restrittive e dalle chiusure imposte per lo stato pandemico. Sono 900 gli agriturismi che stanno soffrendo le chiusure di primavera, stagione perfetta per i soggiornanti e per l’economia locale, tant’è che Coldiretti ha stimato in 150 milioni di euro la perdita di fatturato da inizio pandemia per il settore degli agriturismi.

Agriturismi Puglia allo stremo: la nota di Coldiretti

In una nota esplicativa Coldiretti Puglia afferma che “l’assenza di stranieri in vacanza in Puglia grava pesantemente sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza, anche perché i turisti da paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna o Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa”. L’auspicio è nel passaporto vaccinale Ue per salvare il turismo straniero in Puglia, che “ha subito un buco di oltre 3,5 miliardi nelle spese dei viaggiatori dall’estero, che sono crollate del 61% nel 2020 rispetto all’anno precedente, toccando il minimo da almeno venti anni”. Il sistema di chiusure penalizza fortemente un comparto che, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, potrebbe continuare a operare, vista la sicurezza dei luoghi, soprattutto in termini di distanze, che “si misurano in ettari e non in metri”.

A entrare nel merito della questione anche il presidente di Terranostra Puglia, Filippo De Miccolis, per il quale “gli indennizzi per calo di fatturato sono solo un placebo, così come non mancano difficoltà per accedere al credito. Gli ammortizzatori sociali sono insufficienti per entità e tempistica e in compenso sono aumentati burocrazie e adempimenti, tant’è che alcuni operatori del settore stanno valutando se valga la pena riaprire”.

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