Bios Taras, il Museo di Storia Naturale di Taranto

Ubicato in Corso Umberto, il Museo di Storia naturale Bios Taras di Taranto è sorto grazie all’impegno di Aldo Bianchi, la moglie Anna Fiorenza e il Prof. Paolo Parenzan specializzato in biologia e autore del celebre volume “Carta d’Identità delle Conchiglie del Mediterraneo”. Fondato allo scopo di fornire ad Università e scuole di ogni ordine e grado reperti provenienti dal mondo animale, vegetale e minerale, il Museo nel corso degli anni ha ampliato le sue collezioni e ha dato vita a raccolte di reperti di entomologia, con insetti provenienti da ogni parte del mondo.

Tra questi sono degni di nota le meravigliose farfalle esotiche e i giganteschi coleotteri, ma anche fantastici reperti di conchiglie esotiche provenienti dal Mar Rosso e preziosi reperti di minerali. Il Museo Bios Taras custodisce anche esemplari di rettili e pesci degli abissi profondi.

Bios Taras museo da visitare

Imperdibile da visitare durante una tappa a Taranto, il Museo Bios Taras ha un’area espositiva contenente oltre 4.000 reperti naturalistici con provenienze dai diversi continenti, fra cui conchiglie, minerali, farfalle ed insetti da ogni parte del mondo. Nella sezione Entomologia, meritano una menzione un esemplare di “Kallima Inachus”, un lepidottero che imita alla perfezione l’aspetto di una foglia secca; la “Farfalla Cobra”, che possiede un’apertura alare di ben 25 cm; il “Dynastes Hercules”, un coleottero capace di trasportare pesi notevolmente maggiori ispetto alle dimensioni del suo corpo, e il “Pandinus Imperator”, uno scorpione nativo dell’Africa che può raggiungere i 20 cm di lunghezza.

Invece, degno di interesse è, nella sezione dedicata alla Malacologia, il “Nautilus Pompilius”, il mollusco cefalopode che ha ispirato Jules Verne nella scelta del nome per il sommergibile di “Ventimila Leghe Sotto i Mari”. Nella sezione Mineralogia è conservato un prezioso esemplare di meteorite. Il museo esiste dagli anni 60 ed è stato portato avanti grazie alla passione sviscerata dei coniugi Bianchi e alla preziosa collaborazione di Parenzan.

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