Manduria. La tomba messapica portata alla luce ritorna alla terra

La tomba portata alla luce grazie ai lavori di metanizzazione in via Mandorle d’oro è tornata di nuovo alla terra che l’aveva conservata per molto tempo.

Proprio così, poiché nessuno si è preso la cura di sostenere i costi di recupero dell’opera, testimonianza di un passato di nobiltà.

Triste da dire, ma la pregiata tomba messapica è stata ricoperta e asfaltata.

Notizia che fa rabbrividire gli estimatori d’arte, ma non al punto di sensibilizzare chi di dovere avrebbe dovuto darle una destinazione più dignitosa e meritevole.

Chissà se fra qualche tempo, nel corso di altri scavi, qualcuno prenderà una decisione più avveduta.

Quando venne fatto il rinvenimento, la notizia fece tanto parlare e sui social i responsabili della Soprintendenza archeologica avevano fatto una petizione on line che ne chiedeva il recupero.

La tomba invece è ritornata là dove era rimasta per oltre 2400 anni.

Le speranze si erano accese nei manduriani che avevano recuperato un bene prezioso a testimonianza della loro storia. Si auguravano che la tomba così finemente decorata di rosso e blu, fosse recuperata ed esposta nel museo all’interno di una cripta per proteggerla dalla polvere. Invece no! Ancora una volta è stata presa la decisione più infelice.

L’unica accortezza presa nei confronti della tomba è stata quella di ricoprire gli affreschi con una pellicola e proteggerli con lastre di polistirolo per separare la superficie intonacata dalla terra con cui la tomba è stata riempita. Tutto questo, sperando che prima o poi la tomba possa essere recuperata.

Perché la Sovraintendenza di Taranto non ha preso la decisione che tutti si aspettavano.

Inizialmente, quando la notizia del suo rinvenimento aveva cominciato a circolare, gli archeologi della sede centrale della Soprintendenza di Taranto avevano iniziato a prendere degli impegni che però sono rimasti solo parole. Tutti erano sicuri che la testimonianza storica tornata alla luce avrebbe avuto un destino sicuramente meritevole della sua età.

In realtà, ciò che ha impedito tutto questo, sono state le spese che si sarebbero dovute sostenere per il recupero della tomba. La Soprintendenza al Comune di Manduria non era in grado di poterle affrontare.

E’ stato ipotizzato che per tagliare la tomba, estrarla e predisporla per una futura esposizione nel museo della cultura Messapica di Manduria, ci sarebbero voluti circa cinquemila euro.

Si era anche ipotizzato che sarebbe stata l’impresa Italgas intenzionata ad affrontare questi costi, ma così non è stato.

 

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