Maruggio. Raccontiamo la storia con il castello dei Commendatori

Quando nel 1368 i commendatori dell’Ordine di Malta fecero erigere il castello, nacque a Marruggio la loro residenza che prese proprio il loro nome.

Soltanto verso il XVII secolo i Baly vi poterono abitare, quando furono finiti i lavori di ampliamento e di completamento. Così ancora oggi, nella piazza Del Popolo, la piazza centrale della provincia tarantina, possiamo ammirare il Castello dei Commendatori in tutta la sua maestosità.

Maruggio, ha subito l’influenza dei Maltesi e ancora oggi ne conserva le testimonianze. Si ritiene che probabilmente, Marruggio sia stata fondata proprio dai cavalieri templari. A testimonianza di ciò esiste un atto, datato 9 ottobre 1320, che apparteneva ai registri della Cancelleria Angioina che andò distrutta e ai nostri giorni è arrivata grazie a una trascrizione del XIX secolo ad opera della storico napoletano Camillo Minieri Riccio.

Nel documento è riportata una frase che lo dimostra e che recita così:“Casale Marigii, fuit quondam Templariorum” e cioè che il Casale di Maruggio apparteneva un tempo ai cavalieri del Tempio.

Il castello dei Commendatori, più volte rimaneggiato nel tempo, si estende nella piazza di Marruggio nella sua maestosità e si notano le semplici finestre decorate con motivi vegetali.

E’ caratterizzato da un fregio molto bello che rappresenta un grande trittico con stemma ed armi ad opera del gran maestro del tempo, Hugues Loubenx de Verdalle.

La porta d’ingresso del Castello si affaccia sulla via Umberto I; si notano, consumate dal tempo, le armi dei Commendatori Alliata e Chigi.

All’interno dell’edificio si trova il cortile dove un tempo esisteva la cappella della Madonna della Visitazione, oggi distrutta.

Attualmente il Castello è stato suddiviso fra diversi proprietari.

Il castello è composto da due piani di cui quelli posti al piano terra erano destinati ai magazzini e ai frantoi. Vi erano anche gli alloggi del personale di servizio che si occupava sia della cura del piano superiore che dei lavori più pesanti che permettevano la produzione delle materie prime. Le stanze del piano superiore erano adibite alla nobiltà.

 

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