Taranto: sindacato denuncia il salario al call center

TARANTO – I Call Center a Taranto sono in profonda crisi ora anche con l’aumento dei vari costi a partire dall’inizio del 2022. Il sindacato SLC CGIL denuncia ad alta voce attraverso un lungo comunicato questo modus operandi.

Taranto, call center in crisi

“Le bollette di luce e gas che stiamo ricevendo in questi giorni sono la prova tangibile dei grandi profitti a cui stanno andando incontro le società di energia, tra cui anche Enel Energia: questo dovrebbe presupporre un comportamento anche etico di queste società nel rispetto di leggi e contratti, sia per dovere difronte alla legge sia per una questione di responsabilità sociale, da parte di un’azienda a partecipazione statale, in un momento così delicato da un punto di vista sociale ed economico: si diceva che sarebbe andato tutto bene ma probabilmente non è proprio così! A Taranto, nei pressi di viale Magna Grecia (una delle zone più ricche della città) c’è un’azienda di call center che lavora per conto di ENEL Energia che offre ai collaboratori un contratto in cui si sostiene che la paga oraria è quella prevista dall’accordo nazionale per i contratti a progetto (circa 8 euro l’ora) ma con una “piccola” clausola: la paga viene rispettata solo se il lavoratore riesce a produrre, per conto dell’azienda, ben 18 contratti…se non raggiunge questo livello di produttività, ha diritto solo ad un rimborso di 250 euro al mese“. E’ quanto denuncia Andrea Lumino segretario generale della SLC CGIL Taranto.

Il rimborso spese dei lavoratori

“Per cui, conti alla mano, se si lavora circa 80 ore al mese (20 h alla settimana per 4 settimane) senza raggiungere i 18 contratti, il lavoratore, che ha effettivamente sacrificato tempo e lavoro, percepisce un “rimborso spese” (così come riportato in bustapaga) di circa 3 euro l’ora: una mercificazione vergognosa del lavoro, nella forma e nella sostanza. E che questo avvenga per conto di ENEL ENERGIA, azienda a partecipazione statale che sta incassando moltissimo a seguito del caro bollette, rende squallida tutta la vicenda. E sorvoliamo (solo per non infierire ulteriormente) sulla fattispecie per la quale, in questa “azienda”, la formazione per lavorare (5 giorni) e la prova (prova con un contratto a progetto???) non sono retribuiti” denuncia ancora la SLC Cgil di Taranto.

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“Come SLC CGIL di Taranto non fermiamo quella che è stata una delle nostre battaglie di questi anni: anche questa azienda è stata denunciata da noi ed auspichiamo un rapido intervento delle forze dell’ordine. Ma non possiamo non gridare lo scandalo e la vergogna verso questo schiavismo vero e proprio, fomentato anche, in maniera indiretta, dallo Stato. Questa storia è la risposta alle dichiarazioni pretestuose del Presidente di Confindustria di questi giorni a proposito del salario ai lavoratori (sono da scorporare dai compensi le spese energetiche, ah si???) e della litania a cui assistiamo da mesi sulle persone che rifiutano di lavorare a queste condizioni accettando invece il reddito di cittadinanza” dichiara Lumino.

“La risposta non è come si controlla il reddito di cittadinanza, ma garantire alle persone un salario dignitoso che garantisca le persone e la loro dignità, oltre che sopravvivenza (quando qualcuno accetta di lavorare per 200 euro al mese parliamo di questo). Auspichiamo quindi un rapido intervento degli organi di vigilanza e chiediamo ad Enel Energia di non fare le orecchie da mercante, di non dirci che non sa (abbiamo contratti e bustepaga): piuttosto intervenga, tolga appalto a questa “società” e garantisca assorbimento di quei lavoratori sul territorio a condizioni normali e dignitose. Noi, come SLC CGIL di Taranto, ci siamo e facciamo la nostra parte: ci auguriamo che anche Enel e lo Stato facciano la loro” conclude Andrea Lumino segretario generale della SLC CGIL Taranto.

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