Nave Marceglia rientra a Taranto da operazione militare

TARANTO – La Nave Marceglia è rientrata ieri a Taranto dopo aver condotto un’operazione antipirateria.

“ha spostato il suo baricentro in una zona in cui non è pattugliata o meglio c’è un pattugliamento più sporadico di Nazioni che lavorano in maniera autonoma” spiega il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone.

Infatti, grazie a questa operazione si è scoperto che la pirateria si nasconde dove meno ci si aspetta. Quindi non è un fenomeno isolato o passato, ma è presente e pericoloso.

La Nave Marceglia ha concluso le operazioni per conto della missione militare Eunavfor – Atalanta. Si tratta di una missione europea, che si è svolta nelle zone:

  • Mar Rosso,
  • Golfo di Aden,
  • parte dell’Oceano Indiano.

La nave si trova a Taranto per una sosta logistica e ripartirà per nuove missioni quando sarà pronta. Il problema della pirateria contemporanea è che può attaccare in qualsiasi momento. Da qui, l’esigenza di vigilare sempre, soprattutto dove ci sono pozzi petroliferi, instabilità e traffico marittimo intenso.

Il ritorno della nave è stato accolto ieri da una piccola folla, che si è riversata sul Lungomare. Il rientro di Nave Marceglia pone l’accento anche sulla carenza di personale nel settore marittimo.

Secondo il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, spesso il personale deve arrivare, procedere alle operazioni di imbarco e ripartire, senza adeguato riposo. Un aumento di personale potrebbe evitare questo problema.

“La legge 244 del 2012 probabilmente non riflette più le esigenze e gli impegni attuali che ha la Marina” spiega l’ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone. Se le cose dovessero continuare, la Marina Militare diventerebbe la Forza Armata italiana con meno personale.

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