Ministro dell’Interno Matteo Salvini: minacce di morte e lettere minatorie

ROMA – Matteo Salvini ha ricevuto minacce di morte. Nel corso degli anni, sono state innumerevoli le minacce di morte ricevute dal vicepremier, ma una di queste ha permesso di fare una scoperta sorprendente.

E’ proprio di questi giorni l’ultima terribile minaccia di morte ai danni del Ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha ricevuto una lettera minatoria.

La busta con il nome del destinatario scritto con lettere ritagliate, conteneva un proiettile.
Salvini ha affermato che sono oramai oltre 100 le minacce di morte che ha ricevuto finora, e dichiara che è evidente che “le parole di odio di certa sinistra convincono certe menti malate, ma sicuramente non mi fanno paura. Anzi, mi danno ancora più forza e voglia di combattere criminali di ogni genere”.

Il plico contenente il proiettile è stato rinvenuto il 10 luglio presso il centro meccanografico di Poste Italiane di Sesto Fiorentino. E’ occorso l’intervento della squadra di artificieri dell’Arma dei Carabinieri.

E’ un record per un titolare del Viminale ricevere così tante minacce tra scritte sui muri, buste con proiettili e messaggi sui social. Salvini dichiara: “Non mi fermeranno”.

Prima di quest’ultima minaccia con la busta contenente il proiettile calibro 22, anche un’altra busta con un proiettile calibro 9 era stata indirizzata al ministro dell’Interno e recapitata al Centro di smistamento postale di piazzale Ostiense. I PM di Roma hanno aperto un’indagine.

Missile Matra rinvenuto in un hangar nel pavese, nel corso delle indagini degli investigatori.

Nel luglio dello scorso anno, il vicepremier Matteo Salvini ricevette un messaggio che giunse alla Questura di Torino:

“I nazionalisti ucraini stanno preparando un attentato contro Matteo Salvini”, da parte di un ex agente del Kgb”.

Le indagini svolte, non trovarono riscontri, ma gli investigatori della Digos fecero una scoperta, quella di un missile aria-aria Matra che stava per essere venduto.

Mattero Salvini ha affermato che questa è stata una delle tante minacce di morte ricevute e i servizi segreti hanno parlato di un gruppo ucraino che attentava alla sua vita.

Soddisfatto che tutto ciò abbia condotto alla scoperta dell’arsenale e afferma di non aver mai fatto niente di male agli ucraini e di non conoscere filonazisti.

La Digos e la Procura dopo aver appurato tramite l’intelligence che l’ex Kgb era ciò che affermava di essere, hanno dirottato le ricerche verso il mondo dell’estrema destra e su un gruppo di italiani, ex combattenti nel Battaglione Azov, la formazione ucraina che si batte contro i separatisti filo-russi nella regione del Donbass. Proprio uno di loro ricevette la proposta di acquistare un missile.

Ciò’ ha consentito agli investigatori di rinvenire l’hangar che si trova nel Pavese, dove era custodito un Matra di fabbricazione francese utilizzato dalle Forze Armate del Qatar.

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