Riforma pensioni 2024: ecco cosa cambia su Ape, Donna e Quota 104

La riforma delle pensioni è da diversi anni uno dei nodi gordiani (ossia situazioni quasi impossibili da districare in modo definito) che ha portato la maggior parte delle forme di  governo a sviluppare con una cadenza quasi regolare, generalmente annuale, delle riforme atte a regolarizzare il sistema pensionistico in Italia, nazione che da molto tempo fa i conti con alcuni problemi endemici. La riforma delle pensioni per il 2024 è stata già quasi completamente ufficializzata, anche se per l’annuncio ufficiale bisognerà attendere le ultime settimane del 2023.

Cosa cambia in merito ad alcune tra le principali forme di pensionamento anticipato o comunque in relazione alle forme di pensionamento diverso da quello legato all’età pensionabile?

Le principali novità in relazione ad Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 104 sono state già praticamente rese note.

Riforma pensioni 2024: ecco cosa cambia su Ape, Donna e Quota 104

riforma pensioni 2024

Il nostro paese da anni affronta un progressivo squilibrio tra i settori lavorativi, oltre ad una difficoltà effettiva di incrementare la popolazione giovane, per questo motivo l’età pensionabile continua ad aumentare anche se da qualche anno è “stabile” a 67 anni, rendendo comunque difficile sempre di più per i cittadini andare in pensione in modo adeguato.

Per questo motivo sono necessarie le varie forme di pensionamento anticipato o legato a specifiche mansioni e casistiche.

A partire dalla “nuova” Quota 104, che prenderà il posto dell’attuale Quota 103, erede di Quota 100, una delle più discusse tipologie di pensionamento anticipato che aderisce al sistema misto. Saranno necessari 63 anni d’età e 41 di versamenti. Saranno allungate rispetto ad ora le cosiddette “finestre di uscita” che passeranno da tre a sei mesi per il settore privato e da sei a nove mesi.

Sarà possibile sfruttare la tradizionale pensione anticipata con un minimo di 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne, a prerscindere dall’età.

Ape Sociale, una forma di anticipo sulla pensione per categorie come i disoccupati, caregiver, disabili con percentuale dal 74 % in poi oltre ai lavoratori adibiti alle mansioni pesanti, è stato confermato anche se potranno accedervi queste categorie almeno a con  63 anni e 5 mesi di età.

Possibili ma non ancora confermati al 100 % i cambiamenti in relazione a Opzione donna che in maniera simile ad Ape Sociale può essere impiegata per le donne caregiver, lavoratrici con invalidità fino al 74% e quelle licenziate a patto di avere un’età anagrafica di almeno 61 anni (che scende a 60 o 59 anni in presenza di 1 o più figli) con almeno 35 anni di contributi accumulati.

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