2 ottobre festa dei nonni. 84enne romano sarà eletto “nonno dell’anno”

ROMA – Si chiama Romano Carletti e ha 84 anni, il nonno che il 2 ottobre, per la festa dei nonni, la Fondazione Senior Italia, ha deciso di premiare “nonno dell’anno”, per la sua generosità e senso di umanità dimostrati nei confronti di un bambino non vedente.

Jaffer è nato non vedente e la sua famiglia non poteva accompagnarlo a scuola. Il papà è un taglialegna e la mamma casalinga, non ha la patente e si prende cura degli altri fratelli.

La famiglia vive nella piccola frazione della Consuma, nel Comune di Montemignaio, ad Arezzo. Il pullman che porta i bambini a scuola non è predisposto per coloro che hanno delle invalidità.

Nonno dell’anno l’84enne che ha preso a cuore il problema del piccolo Jaffer

Il signor Carletti, venendo a conoscenza della situazione, ma soprattutto dopo aver conosciuto Jaffer, si è mosso a compassione, pensando a quante cose quel bambino stesse rinunciando.  Non era giusto che a causa della sue condizione non dovesse recarsi a scuola come tutti gli altri bambini.

Nonostante la veneranda età di 84 anni non ha esitato un attimo a prendersi l’impegno di accompagnare a scuola il bambino tutte le mattine.

La scuola dista 60 km e lui lo ha fatto per otto mesi, con grande gioia. Era diventato il nonno adottivo di Jaffer. Grazie a lui, il piccolo ha potuto frequentare la prima elementare assieme al suo gemellino.

Nel mese di maggio, la vicenda è stata raccontata dal “Corriere” e il Comune di Pelago ha deciso di attivare il servizio di accompagnamento che ha permesso al bambino di salire sul pullman assieme ai suoi fratellini.

Il 2 ottobre al signor Carletti sarà conferito il premio di “nonno dell’anno” a Palazzo Chigi, con la seguente motivazione:
“Per il suo pronto spirito di solidarietà, per la sua dedizione nell’aiutare il prossimo, per la sua tenacia senza età, e per aver dimostrato, col suo esempio eccezionale di affettuoso altruismo, la sconfinata forza del grande cuore dei nonni”.

L’84enne romano è felice dell’obiettivo raggiunto, ma allo stesso tempo mostra un velo di malinconia, perché quello era diventato un suo nipote e sicuramente gli mancherà tanto.

Ha dichiarato al Corriere Fiorentino: “È una cosa bellissima. Perché lui ora esce col suo gemellino, monta sul pulmino e va a scuola nella stessa classe. Mi mancherà un po’, speriamo che anche lui si ricordi di me”.

Quando gli domandano cosa lo abbia spinto ad aiutare quel bambino e la sua famiglia, lui risponde:

“Vedevo quel bambino cieco, lo guardavo e mi veniva da piangere. Pensavo che per lui sarebbe stato impossibile vedere il sole, la luna, le stelle, il mare, la bellezza di questi boschi, il volto dei suoi fratellini, quello dei suoi genitori. E’ scattato qualcosa dentro di me. Dovevo aiutarlo ad andare a scuola”.

Quanto al premio, ha dichiarato che per lui non ha fatto nulla di straordinario, perché il suo gesto lo ha reso molto felice. Ha dichiarato che era un “atto dovuto”.

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