Tragico gesto in cella: detenuto si suicida in attesa di cura

TARANTO – Un tragico episodio si è verificato nel carcere di Taranto, dove un uomo di 53 anni è stato trovato senza vita nella propria cella. Il detenuto, secondo quanto emerso dalle indagini, si sarebbe suicidato impiccandosi a una sbarra del letto a castello. La scoperta è avvenuta nella serata di venerdì, al rientro dall’ora d’aria, ad opera dei compagni di cella e degli agenti di polizia penitenziaria presenti.

Nonostante i tempestivi soccorsi e i successivi tentativi di rianimazione, effettuati inizialmente dal personale in servizio e poi dai sanitari dell’infermeria, per l’uomo non c’era più nulla da fare. La direzione dell’istituto penitenziario ha immediatamente informato i familiari e l’avvocato del detenuto, il quale aveva avuto un incontro con lui solo pochi giorni prima dell’incidente, comunicandogli la possibilità di un trasferimento in una struttura di cura sotto la responsabilità del Servizio per le dipendenze.

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La Storia del Detenuto

Il 53enne, un imprenditore della provincia di Taranto, stava scontando una condanna a tre anni, sei mesi e venti giorni di reclusione per reati gravi, tra cui stalking e violenze sessuali ai danni della moglie. La sentenza era stata pronunciata lo scorso novembre dal giudice Francesco Maccagnano, il quale aveva accolto la richiesta di riduzione di pena prevista dal rito abbreviato, riconoscendo la semi infermità mentale del detenuto sulla base di una perizia psichiatrica presentata dalla difesa.

Il Contesto Giuridico

Riguardo alla vicenda, era emersa una storia di dipendenza da sostanze stupefacenti. L’intera situazione giudiziaria era iniziata con la denuncia della moglie, eseguita nell’ambito delle procedure attuate con il “codice rosso”, che ha il compito di tutelare le vittime di violenze domestiche. Inizialmente, nei confronti dell’uomo era stato disposto il divieto di avvicinamento, dotato di braccialetto elettronico. Tuttavia, in seguito a una violazione di tale misura cautelare, l’autorità giudiziaria aveva aggravato la situazione, imponendo la detenzione in carcere.

Questa drammatica vicenda, che ha colpito la comunità tarantina, pone ulteriori interrogativi sulle condizioni di salute mentale dei detenuti e sull’efficacia delle misure di protezione e cura all’interno degli istituti penitenziari. Le autorità competenti saranno chiamate a valutare la situazione, alla luce del suicidio e delle critiche riguardo alla gestione delle patologie mentali in carcere.

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