Confcooperative Taranto: burocrazia regionale frena

TARANTO – Confcooperative Taranto esprime con preoccupazione l’atteggiamento della burocrazia regionale per le imprese e le cooperative del territorio jonico.

Infatti, secondo il segretario Martello, ci sarebbe l’esempio dei servizi socio-assistenziali. Infatti, il decreto Cura Italia permette alle attività di passare da residenziali/semi-residenziali a domiciliari.

Per farlo, però, si deve fare richiesta alla Regione. Così, le cooperative hanno fatto domanda. Purtroppo, questa viene rifiutata perché gli operatori presentano il piano di sviluppo, ma senza il modulo specifico della Regione. Quindi, tutto da rifare.

In più, le cooperative si scontrerebbero con la burocrazia anche per la cassa integrazione in deroga. Infatti, ci sarebbero solo 14mila domande evase su 30mila (ancora da verificare).

Infine, troppi strumenti per lo stesso obiettivo (ben 3), accanto alle procedure che vanno a velocità diverse, impedirebbero il pagamento della cassa integrazione ai dipendenti delle microimprese da marzo.

Per fortuna, secondo Martelli, dal 4 maggio le attività di questo tipo riapriranno. In più, anche se ci saranno molti costi da gestire per le prescrizioni anti CoVid-19, la burocrazia regionale non dovrebbe creare altri problemi.

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