Trapianto di rene incrociato a Bari: è il terzo caso

BARI – I medici hanno eseguito al Policlinico di Bari un trapianto di rene incrociato. Infatti, in Piemonte c’era un paziente in dialisi. Gli organi vengono, invece, da pazienti deceduti in Veneto e in Sicilia.

Infine, l’intervento è stato eseguito dall’equipe guidata dal professor Michele Battaglia, che è il direttore dell’Unità operativa complessa di Urologia e trapianto di rene dell’azienda universitaria ospedaliera Policlinico di Bari.

Quindi, si tratta della terza volta nella storia della Puglia che si crea una catena di donatori che porta poi a migliorare la qualità della vita di 3 pazienti che sono in dialisi.

Questa modalità di trapianto si verifica quando i parenti, pur essendo disponibili alla donazione sono incompatibili a livello immunologico. Quindi nasce la catena di scambio.

Infatti il trapianto di rene incrociato ha fatto sì che gli organi di una persona morta in Veneto siano arrivati in Piemonte. Così, si evita la lista d’attesa per una persona che va in dialisi.

Come ha spiegato il professor Battaglia, “Oggi si tende a far viaggiare gli organi piuttosto che i donatori riceventi”. Purtroppo, però, questo tipo di intervento ha bisogno di personale medico infermieristico specializzato, forze dell’ordine durante la staffetta e maggior coinvolgimento della società civile.

Così, il trapianto di reni incrociato ha avuto successo al Policlinico di Bari. In più, ha confermato ancora una volta il livello di eccellenza della struttura per quanto riguarda i trapianti in genere e non solo il trapianto di rene.

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