Taranto: stop all’Università di Medicina

TARANTO – L’Università di Medicina a Taranto è stata chiusa ancor prima di cominciare. Il progetto era nato dalla collaborazione tra Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Comune di Taranto, Asl di Taranto e Regione Puglia. L’idea era di creare una facoltà di Medicina nel capoluogo ionico. Così, la città dava una possibilità ai giovani che avessero voluto intraprendere la professione restando nel capoluogo ionico.

Oggi, infatti, i ragazzi che vogliono diventare medici devono andare a Bari o a Lecce per poter realizzare il loro sogno. Nel progetto, i ragazzi avrebbero avuto nel loro percorso di studi anche il supporto dei medici che già operano nelle Asl territoriali e negli ospedali locali.

La doccia fredda è arrivata nei giorni scorsi, quando solo 4 studenti hanno deciso di iscriversi all’università di Medicina a Taranto. Il Rettorato aveva pensato a una soluzione tampone. I ragazzi di Bari arrivati per ultimi nelle graduatorie di ammissione frequentavano i corsi a Taranto. Così, l’Università dava almeno un avvio del progetto, in attesa di successivi riscontri.

Università di Medicina a Taranto: i fatti

Lo scorso 18 ottobre, in un comunicato stampa ufficiale, l’Università di Bari aveva dichiarato di stare valutando la possibilità di chiudere la sede di Taranto di Medicina e Chirurgia.

I ragazzi e i genitori avevano contestato la decisione di svolgere i corsi dell’Università di Medicina nella sede della Cittadella della Carità, nel quartiere Paolo VI di Taranto, nei primi giorni di inizio delle lezioni.

Oggi, arriva la conferma ufficiale. A partire dal prossimo 28 ottobre, gli studenti dell’università di Medicina che hanno frequentato le lezioni a Taranto andranno a Bari. Venerdì 25 ottobre tutti i ragazzi saranno informati sulla didattica.

Come soluzione nell’immediato, la sede sarà quella della Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia di Bari.

Le reazioni delle istituzioni

Il Comune di Taranto, nella voce del sindaco Rinaldo Melucci, ha manifestato il proprio rammarico. In più, il Comune chiede ora all’Università di Bari un piano di rilancio del polo ionico per gli anni 2020-2021.

Anche dalla Regione Puglia arrivano reazioni. In Regione si parla di “decisioni affrettate” e si valutano nuove soluzioni per chiedere al Rettore di ripensarci.

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