Emissioni sospette da Colacem, segnalazione Arpa

Arrivata una nuova segnalazione ad Arpa su emissioni sospette da Colacem. Il fatto è già avvenuto in passato, sindaci e associazioni varie oggi denunciano la regione Puglia, che.in tutto questo tempo non ha esercitato il controllo dovuto, per la prevenzione sanitaria. Nella segnalazione inviata all’Arpa si fa riferimento in particolare ad una colonna di fumo sospetto che arriva dal camino del cementificio situato alla periferia di Galatina. Il Coordinamento civico Ambiente e Salute ha inviato una mail ad Arpa Puglia, all’Ispra, ovvero l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e al Sistema nazionale di protezione per l’ambiente per definire quanto successo ed evidenziare allo stesso tempo la presenza di emissioni inquinanti in grandi quantità nel territorio.

Emissioni sospette subito segnalate

Adesso, a seguito delle segnalazioni, e’ importante sapere ogni cosa sulle emissioni sospette. Chi sta facendo i controlli dovuti, deve avere chiara la situazione.  I livelli di emissioni di CO2 sono passati in tutto 2milioni e 461mila e 381 tonnellate in un anno del 2018 a 2 milioni e 645mila e 779 soltanto due anni dopo,  al massimo nel 2020. I dati sono preoccupanti perché si parla di un periodo in cui era già stata messa in atto la riduzione delle emissioni dannose.

La denuncia delle varie associazioni è sempre servita a poco

In passato le emissioni di Colacem notturne sono state denunciate da molte associazioni coinvolte, non è stato mosso un dito per cercare di risolvere la problematica. Adesso si lavora per scoprire quali possono essere gli effetti delle ricadute di queste sostanze inquinanti sulla salute delle persone. Le associazioni avanzano la richiesta di ispezioni e controlli per cercare di capire come funziona il filtro ibrido, il filtraggio nei punti di emissione e test sull’attività di incenerimento. Tutto questo perché l’azienda ha recentemente dichiarato di voler trasformare in un inceneritore di rifiuti tutto il cementificio di Galatina. Proprio come fatto di già a Gubbio e a Sesto Campano.

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