Ex Ilva Taranto: operai in CIGS, tutti i sindacati insorgono

Tutti i sindacati sono in rivolta per la cassa integrazione inflitta ai lavoratori dell’ex Ilva di Taranto. Usb, Fiom, Fim e Uilm promettono battaglia e annunciano proteste in quattro diverse note inviate alla stampa.

Taranto: Uilm fa il punto

“Dopo la seconda riunione ministeriale e le comunicazioni di CIGS già inviate ai lavoratori da parte di Acciaierie d’Italia, siamo sempre più convinti di esercitare una netta opposizione ad un piano fantomatico di investimenti fatto di promesse, puntualmente disattese, da parte di una società, che porta il presagio di migliaia di esuberi strutturali legati alla inesistente messa in sicurezza degli impianti e mancata salvaguardia dell’ambiente circostante.”

Il problema è proprio l’avvio in maniera del tutto unilaterale delle lettere da parte dell’Azienda Acciaierie d’Italia nonostante un tavolo ministeriale del 28 marzo. Occorre quindi fermare contrastando questo progetto che il sindacato giudica folle.

“L’avvio unilaterale da parte di Acciaierie d’Italia delle lettere di CIGS a i lavoratori, peraltro alla vigilia di un incontro ministeriale già pianificato per domani 28 marzo, null’altro è che l’ennesima dimostrazione della totale inaffidabilità e mancanza di serietà da parte di un soggetto che continua a sbeffeggiare un’intera comunità. E’ necessario contrastare fermamente questo progetto scellerato e lanciare il messaggio netto a governo e azienda che non abbiamo intenzione di continuare a pagare colpe altrui”

L’Usb Taranto non è da meno

Anche l’Usb di Taranto comunica un presidio davanti ai cancelli della fabbrica al quale parteciperanno tutti gli iscritti. “A partire da domattina ore 10 saremo in sciopero e presidio davanti la portineria della direzione con i lavoratori Acciaierie d’Italia, Ilva in AS e Appalto, per dire no alla richiesta di CIGS per ristrutturazione fatta da Acciaierie d’Italia”: questo il resoconto di Usb Taranto. Le rassicurazioni non sono sufficienti dato che questa società ha dimostrato ampiamente di essere inaffidabile continuano i responsabili che puntano il dito contro Acciaierie.

Non ci fidiamo delle rassicurazioni di una società che continua a ribadire a parole che “non ci saranno esuberi”, nei fatti la richiesta di CIGS per riorganizzazione/ristrutturazione è l’ultimo tassello che serve a demolire le garanzie occupazionali previste nell’accordo del 6 settembre 2018 per i 1800 lavoratori oggi in Ilva in AS. Un accordo che la società da subito non ha rispettato, con grave colpa dei ministeri competenti che non sono mai intervenuti a tutela di quell’accordo pur essendone i garanti. Ad oggi malgrado si siano bruciati miliardi di euro di soldi pubblici, la fabbrica è un colabrodo, con migliaia di lavoratori in cassa integrazione portati alla fame da una gestione scellerata e schizofrenica. Nessuna garanzia per i lavoratori dell’appalto che oramai è una giungla senza regole, paghe da fame e centinaia di lavoratori con contratti precari e capestro, aziende che devono elemosinare il pagamento di lavori effettuati anche 8 mesi prima per pagare gli stipendi dei dipendenti, il massimo ribasso è diventato la regola! Il Governo apra una discussione vera, Accordo di Programma e legge speciale per Taranto, a tutela dei lavoratori tutti e della comunità”. Così conclude la nota il sindacato.

La Fiom evidenzia le necessità

I lavoratori in cassa integrazione vanno ridotti immediatamente per avviare una nuova fase. Inoltre le condizioni economiche vanno migliorate e questo è proprio un obiettivo che il sindacato vuole raggiungere.

“La necessità di ridurre il numero dei lavoratori da collocare in cassa integrazione, di avviare una verifica stringente in sede ministeriale in merito agli andamenti produttivi e alla trasparenza della gestione aziendale, oltre al riconoscimento di un’integrazione salariale aggiuntiva ai massimali di cassa integrazione straordinaria. Fatto salvo il principio di esuberi-zero, proveremo in fase di trattativa a migliorare le condizioni economiche dei lavoratori e, in assenza di queste garanzie, non esiteremo unitamente ad altre organizzazioni sindacali a mettere in campo iniziative di lotta”. Questa la road map vista da parte del sindacato metalmeccanici che fa capo alla Cgil.

Per Fim Cisl parlano D’Alo e Benaglia

Dure le parole della Fim Cisl che attraverso i due vertici fa sapere di avere una richiesta «è un incontro un incontro importantissimo e decisivo per il quale chiediamo ad Acciaierie d’Italia di presentarsi con nuove disponibilità che possano portare a costruire un’intesa sindacale. Gli obiettivi devono essere concreti e utili ai lavoratori del siderurgico: a un aumento della produzione prevista – insistono – deve corrispondere una diminuzione del numero di cassintegrati e un minor sacrificio di reddito per gli stessi».

La richiesta a Orlando

Il Ministro Orlando vedrà a brevissimo recapitarsi la seguente richiesta aggiungono «il massimo impegno politico per realizzare questo risultato che permetta di tutelare il lavoro e dare una spinta al rilancio di ogni sito produttivo. A chi chiede ancora oggi – aggiungono riferendosi, in particolare a Uilm e Usb – il ritiro della cassa integrazione osserviamo che Taranto lavora oggi al 50% del potenziale produttivo e occupazionale». Il 2022 deve «essere – sostengono infine Benaglia e D’Alò – un anno di transizione e che porti sulla base del futuro piano industriale, alla conferma di tutte le garanzie occupazionali per tutti i dipendenti di Acciaierie e per quelli in Ilva As. Per la Fim l’accordo è possibile solo se sancirà che non ci sono esuberi strutturali. Se tutti i sindacati lavoreranno nella stessa direzione potremo fare un buon risultato»

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