Dieta Meta Experience: significato e come funziona

La cantante Noemi è stata tra le protagoniste assolute dell’ultimo festival di Sanremo, con la sua canzone Glicine che oggi risuona nelle radio. Ma la cantante ha fatto parlare di sé anche per il particolare tipo di regime alimentare a cui si è sottoposta: la cosiddetta dieta META Experience. La cantante si è affidata alla nutrizionista Monica Germani, i cui metodi le hanno consentito di perdere 15 chili, non demonizzando il cibo, ma semplicemente tramite un riequilibrio della sua consumazione grazie a un elemento molto personale e soggettivo: il test del DNA.

Cosa significa META

META può sembrare il principio della parola metamorfosi e forse questa è la direzione giusta in cui leggere questo trattamento alimentare: META in realtà è un acronimo che sta per Medical Education Transform Action, ovvero un atto di trasformazione grazie a un’educazione mentale e medica. La dieta META consiste prevalentemente nell’accettazione di se stessi, e quindi in un sano equilibrio tra corpo e mente, in un trattamento diverso nei confronti del cibo e nei riguardi di noi stessi.

Cos’è la dieta Meta Experience

Al protocollo META non contribuisce solo la dietologa, bensì uno staff formato da professionisti del settore medico. Per usare le parole della Germani, si tratta di un “percorso di rieducazione verso la positività nei confronti del proprio corpo”, che sia finalizzato a complementare e a esaltare anche la diversità, ma ciò che conta è “l’armonia tra benessere esteriore e interiore”.

L’aspetto più importante e singolare di questa dieta è che non esiste un trattamento alimentare universale, ma si basa piuttosto su un percorso soggettivo, fatto su misura della persona che si ha di fronte, partendo da evidenze scientifiche e tenendo sempre bene a mente uno stile di vita sano, anche e soprattutto dal punto di vista alimentare.

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Dieta META come funziona

Come abbiamo scritto in precedenza, il protocollo è il risultato del lavoro di diversi professionisti, che vanno dallo psicologo al personal trainer, passando ovviamente per il nutrizionista. La cattiva alimentazione di un soggetto, ad esempio, può dipendere da un elemento della sua psicologia dominato dall’emozione e con lo psicologo si cerca di capire la ragione di questo comportamento, finché non si trova il giusto per compromesso per raggiungere l’equilibrio desiderato. Grazie a un’analisi del sangue mirata (o test del Dna) si capisce se il corpo del soggetto influisce nell’assunzione di peso, magari attraverso un maggiore assorbimento di sostanze o a un malfunzionamento che influisce l’assunzione eccessiva di zuccheri e grassi. Anche quest’analisi clinica è fondamentale per capire la radice del problema e associare il comportamento emozionale con il riequilibrio fisico. Sotto questo aspetto, al trattamento alimentare viene spesso affiancata attività fisica, che può tradursi in una passeggiata, in pilates, in tabata o altro ancora.

Riequilibrare corpo e spirito

La dieta META Experience, dunque, non ha come fine quello del mero dimagrimento da “7 chili in 7 giorni”, bensì quello del raggiungimento di un peso ideale in rapporto al fisico e soprattutto di un equilibrio tra mente e corpo, un percorso, come già anticipato, verso l’accettazione di sé. In questo tipo di trattamento, dunque, è lo stato di salute (fisico, mentale, nel suo complesso insomma) a essere predominante, non il fallace obiettivo di abbattere il cibo per diventare una modella o un modello da copertina social.

Quanto dura

Il percorso META ha la durata di circa 1 anno, non di più generalmente: dopo l’anno, tuttavia, avviene la parte più interessante e forse stimolante, quella del “mantenimento”, che può essere accompagnato anche da interventi di natura dermatologica, ma che mira a un unico solo obiettivo: stabilizzare quell’equilibrio individuato alla fine del percorso.

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Dieta Meta Experience, ovvero come non essere ossessionati dal cibo

L’aspetto più significativo di questa dieta è certamente il suo non focalizzarsi solo ed esclusivamente sul peso corporeo, cosa che spesso, in altri tipi di diete, rischia di diventare un’ossessione, con conseguente demonizzazione del cibo e senso di colpa in caso di assunzione o fame. Ragionando invece in senso più lato e guardando il peso come la conseguenza di un tutto da riequilibrare, la perdita di peso potrebbe avvenire all’interno di un percorso più ampio e versatile e quindi far soffrire di meno.

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