Promozioni online: le tante facce della parola “gratis”

La parola gratis è stata consegnata al marketing di oggi direttamente dal latino, con il significato di “grazie alle benevolenze”, anche se, nell’epoca del commercio tradizionale  e soprattutto elettronico, la gratuità di un prodotto o di un servizio viene usata con scopi ben precisi di profitto. In ogni caso il termine “gratis” identifica comunque un vantaggio certo per tutti gli utenti e per gli acquirenti.

Nelle tradizionali forme del commercio al dettaglio la parola “gratis” riguarda soprattutto i prodotti, dai formati convenienza con prodotto aggiuntivo rispetto a quello standard, allo stesso prezzo, fino ai campioni omaggio, passando per il “3×2”, o “uno lo acquisti, uno è gratuito”.

Nondimeno l’e-commerce ha aggiunto un ventaglio di possibilità in più per offrire promozioni basate sul concetto di “gratuità”: il primo su tutti è senza dubbio quello delle spese di spedizione gratis, spesso applicate a ordini superiori a un dato importo, per stimolare gli acquisti.

Il web è anche divenuto un veicolo privilegiato per proporre agli utenti prodotti in omaggio, ovvero dei campioni da provare, dopo averli ricevuti a casa. Si tratta soprattutto di beni a lunga conservazione e di uso comune, come cosmetici, prodotti per la casa, cibo e articoli per animali, prodotti per l’infanzia, integratori, generi alimentari, bevande, e così via. Le aziende li offrono tramite dei coupon, oppure direttamente da siti specializzati come OmaggioMania e CampioniOmaggio.

Si tratta di una tecnica di marketing innovativo ben precisa, che risponde al nome di “sampling”: per poter ricevere prodotti gratuiti direttamente a casa, è sempre e comunque necessario registrarsi – e dunque lasciare i propri dati -, iscriversi a una newsletter, comunicare il proprio indirizzo di casa.

Tornando al latino, si tratta di una sorta di “do ut des”, ovvero uno scambio: i dati personali come numeri di telefono, indirizzi, età, provenienza sono per le aziende una risorsa che va ad alimentare i database. I database a loro volta vengono utilizzati per scopi di profilazione, oppure come base di partenza per inoltrare promozioni mirate e personalizzate.

Anche questo è marketing e – in forma diversa – viene applicato anche nel macrosettore dei servizi. In questi casi le prove gratis riguardano dei periodi gratuiti in cui i contenuti di una data piattaforma vengono sbloccati all’utente, per poter testare il servizio telematico prima di aderire, eventualmente. Un primo esempio – tra i più noti – è quello delle tv on demand, da Netflix in poi: ad oggi piattaforme  come Amazon Prime Video, Mediaset Infinity e Paramount Plus mantengono la prova “free”.

Nel campo dei videogiochi le prove gratuite si chiamano “prove demo”, che sono – di fatto – versioni ridotte di titoli , spesso in uscita imminente, rilasciate in forma basica a mo’ di test, prima di scegliere se acquistare o meno il prodotto finale in commercio.

In altri casi ancora le prove “gratis” sono offerte in forma di bonus e ne sono un esempio le piattaforme di gioco autorizzato a distanza: come scritto da Elettra Dotti su questa pagina specializzata, infatti, i bonus senza deposito dei casinò online si qualificano come modi per provare i titoli dei giochi in palinsesto senza aprire un conto, ma solo registrandosi al sito e dimostrando di essere maggiorenni.

Chi è soddisfatto dell’offerta della piattaforma, può scegliere di continuare, effettuando un deposito, altrimenti può proseguire la propria ricerca iscrivendoti magari a un altro sito.

In fondo anche le lezioni gratuite di prova nei portali di e-learning hanno lo stesso funzionamento: se il docente e l’impostazione delle lezioni sono ritenuti validi, si può acquistare il corso o il pacchetto per intero, altrimenti si continua con il search sul web: non va dimenticato che parliamo di marketing, e il marketing serve proprio ad avere un “quid” in più sulla diretta concorrenza.

Sempre restando nel macrosettore dei servizi, ha iniziato a diffondersi una strategia detta “freemium”, una parola che mette insieme “free” (gratis, appunto) e “premium”.

In questo tipo di offerta i servizi vengono rilasciati in forma completamente gratuita, ma con funzioni ridotte o con contenuti pubblicitari interni. Se si sceglie di passare alla versione estesa e senza limiti, si deve per forza di cose pagare un abbonamento: l’esempio classico di questo modello è “Spotify”, ma anche “YouTube Premium”, e ancora vari tipi di software antivirus,  di grafica o elaborazione fotografica, siti di stoccaggio e condivisione  immagini, piattaforme di clouding o archiviazione dati.

Il concetto di “limite” è anche quello che riserva la gratuità di un prodotto o servizio solo a un particolare tipo di utente: ne sono un esempio il modem o un altro apparecchio gratis per chi attiva un dato piano tariffario nel sito di un operatore di telefonia, le carte prepagate senza costi di gestione riservate a titolari di una certa età, tipo under 16 o over 65, e ancora i titoli di viaggio o i ticket di ingresso a mostre, concerti ed eventi gratuiti per chi rientra in una certa fascia anagrafica, e così via.

Le tipologie sono davvero tante ma, in tutti i casi, rispondono a specifiche tattiche di marketing: quando anche, ad esempio, si ottiene un biglietto gratis per un ragazzo, è certo che, a fronte di questo vantaggio, ci saranno almeno uno o due adulti paganti.

In ogni caso, quando si è attratti dagli annunci pubblicitari che mettono in evidenza la parola “gratis”, è sempre bene leggere con cura i termini e le condizioni dell’offerta prima di aderire e lasciare i propri dati personali: scadenza, eventuali rinnovi automatici, limiti di utilizzo, sono tutti aspetti da approfondire prima di cliccare su una promozione online.

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