Truffa pagamenti contactless: ecco come funziona e come difendersi

Siamo sempre più “immersi” nell’epoca dei pagamenti elettronici e digitali al punto che è oramai qualsiasi forma di stato ed appartenenza ideologica / politica fa ricorso seppur in maniera sensibilmente diversa a forme e metodi di tipo finanziario alternative al contante, che è considerato quasi dapertutto come eccessivamente legato al contesto della scarsa trasparenza e praticità, in modo specifico grazie alla tecnologia la tracciabilità risulta essere molto migliore grazie all”utilizzo di tecnologie che però sono state anche soggetto di forme di truffa come quella relativa ai pagameti contactless.

La tecnologia in questione, oramai diffusa da circa un decennio a questa parte, prevede la non necessità di un contatto fisico tra terminale e tessera, così da velocizzare ed ottimizzare i pagamenti elettronici.

Seppur tendenzialmente sicuri questi non sono mai tali al 100 %, ed in alcuni casi hanno portato a veri e propri strategmmi che sfruttano le falle tipiche di un sistema ancora perfettibile.

Truffa pagamenti contactless: ecco come funziona e come difendersi

Truffa pagamenti contactless

Il termine inglese contactless infatti sta a significare qualcosa come “senza contatto” dal punto di vista fisico: attraverso un sensore presente sulle carte di pagamento recenti ma anche sui Bancomat, è possibile effettuare una comunicaizone con un terminale POS di pagamento (lo stesso è possibile  fare con i moderni smartphone che sono muniti di sensore NFC che per questo può operare come se fosse una o più forme di carta di pagamento associata al proprio dispositivo.

In particolare con il contesto del Covid che ha portato la socialità ad affievolirsi per alcuni mesi, i contatti fisici sono stati a lungo limitati e con il ritorno alle attività sociali, la truffa tipica del pagamento contactless ha trovato diffusione: questa infatti permette non solo di “sfiorare” appena la carta con il POS per pagare ma anche evitare di inserire il codice PIN per pagamenti inferiori a 25 o 50 euro. La truffa fa ricorso ai POS portatili, quelli senza fili che possono essere anche nascosti in una  tasca o in un piccolo contenitore, ed opportunamente fatti passare accanto a borse e portafogli delle ignare vittime, condizione possibile in particolare in luoghi affollati e caotici.

Per difendersi è necessario sicuramente fare ricorso al buonsenso e all’attenzione ma anche sfruttando la tecnologia in modo trasversale, in principio attivando le notifiche dei pagamenti sul dispositivo così da essere ravvisati in tempo reale, e magari scegliere di utilizzare portafogli e portatessere dotati di una forma di “schermatura” RFID che rende impossibile qualsiasi forma di pagamento “inavvertito”.

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