28 condanne per peculato in appello, per gli stipendi d’oro al Comune di Taranto

TARANTO – La Corte d’Appello di Lecce, per la seconda volta si è espressa sul caso degli stipendi d’oro al Comune di Taranto, che causo un ammanco di ben sei milioni di euro nelle casse comunali. Nonostante al momento siano passati quasi 20 anni dai fatti, la prescrizione non ha cancellato ancora i reati.

Così i giudici nel frattempo hanno rideterminato le pene, condannando a 4 anni di reclusione per peculato Luigi Lubelli, ex dirigente delle Risorse Umane, a 3 anni, Nicola Blasi, Cuccaro Giuseppe, Grassi Francesco, Marsiglia Vito, Carlo Patella e Massafra Orazio. A due anni, con pena sospesa: Alfieri Lidia, Angelini Giuseppe, Bruno Cosimo, Bitonto Cosimo, Canetti Anna Maria, Fiore Angelo, Maria Marino, Fiorito Raffaella, Maurelli Rocco, Mezzacapo Luciano, Pietro Antonio Perrucci, Portulano Francesco, Quaranta Letizia, Quero Antonia, Saccomanni Michele, Sangermano Cataldo, Velle Antonia, Virtù Paquale.

La Corte ieri, ha confermato anche le statuizioni in campo civile, ossia i risarcimenti che erano stati stabiliti con la sentenza precedentemente impugnata. Il risarcimento previsto dal precedente processo era pari a quasi 6 milioni di euro da devolvere in favore del Comune di Taranto, che si è costituito parte civile.

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